[+18] Luci soffuse

[Very after Lights Out]

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    vladimir


    Per quanto mantenga una parvenza di calma e non perda troppo tempo a inveire contro ogni Custode esistente, Vladimir ha un po' le palle che gli girano. Okay l'antipatia a pelle, okay le cimici, okay il giochino scemo, okay chiuderlo all'interno della stanza... ma tentare una fuga solo per non fargli salutare Anastasia è decisamente troppo.
    Troppo e anche privo di senso.
    Insegue dunque la vettura e non sa nemmeno lui come e ringrazia il vecchio Jerry per non averlo deluso nemmeno questa volta: per quanto sia piuttosto atletico, non lo è abbastanza da correre all'impazzata per chissà quanto – in fin dei conti, questo genere di cose non rientrano nel suo ruolo all'interno dell'Oasi – e chiudere prontamente i cancelli è senz'altro una richiesta che non tutti avrebbero accettato, a maggior ragione senza alcuna apparente motivazione.

    Dalla guardiola c'è Jerry che beve il suo solito succhino all'uva e osserva la scena pronto ad avere un infarto da un momento all'altro, ansioso come poche persone a questo mondo; l'unico motivo per cui non sta dando libero sfogo al suo panico interiore è la comparsa di Vladimir, che sicuramente è più bravo di lui a gestire... qualunque cosa si debba gestire adesso.
    Un Vladimir che si piazza lì, davanti al veicolo, che annaspa per i polmoni che quasi gli fanno male a causa dello sforzo. Quello che non è possibile vedere dall'esterno perché resta nella sua mente, è la piccola conta che sta facendo nel tentativo di tenere a bada la sua rabbia crescente.

    Non arriva nemmeno a otto quando sbatte entrambi i palmi sul cofano, i capelli che gli cadono davanti al volto per la violenza dell'impatto. Sente Anastasia chiedergli cos'ha fatto Rita e lui non sa nemmeno cosa dire, da dove partire, cosa omettere, quanto dovrebbe essere stronzo e quanto invece restare in silenzio. L'unica cosa che sente è la rabbia nei confronti di quella fottutissima bambina aumentare diventare ingestibile.
    «Cosa ha fatto, mi chiedi?» Si sposta, uno dei palmi che continua a mantenere il contatto con la jeep «Io piuttosto vorrei capire perché l'ha fatto.»
    Prova ad aprire la portiera di Rita: nel caso in cui non fosse inserito il blocco di sicurezza, non farebbe nient'altro che abbassarsi per guardarla dritto in faccia, desideroso più che mai di una risposta.
    «Da cosa dovrei partire, secondo te? Dalla violazione del buon senso... oppure taglio corto, e spiego direttamente perché ci ho messo tanto a uscire dalla camera di Anastasia?»



    annotazioni
    → Vladdy uwu sassy is a cute Vladdy.
    → Io comunque mi starei già facendo i film mentali, tipo che Vlad e Rita hanno scopato, ma non so quanto gliene può fottere ad Anastasia AHAHAHAH

     
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    Anastasia De Lovest
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    — Oasi Tau, Cancello, 09.05 AM

    Guardo Vlad aprire la portiera, mentre Rita si sposta un po' dietro il mio sedile, come se volesse usarci come scudo nel caso di attacco del Thanat. Dal mio canto vedo di lasciare spazio ad entrambi, spostando il mio scudo, così che possa sedersi.

    -Ma non so, magari iniziamo dal fatto che ti sei imbambolato a fissarmi e ho dovuto fare tutto questo per darti una smossa? O che sei una lumaca? O magari che a forza di nasconderti in questo posto sabbioso e dimenticato dai custodi la sabbia ti è entrata nel cervello?-

    Rita urla, Vlad pare un po' preso dalla situazione e sembra parecchio arrabbiato. Cerco di bloccare entrambi ponendo le mani avanti a lei e a lui e chiedo, giusto per levarmi un pensiero dalla testa:

    -Aspettate. Aspettate un attimo. In che senso violazione? Hai violato Vlad?-

    Rita mi fissa, il suo sguardo cambia nell'istante stesso in cui mi guarda e la vedo un po' stupita dalla domanda.

    -No. Perché mai dovrei fare una cosa del genere?-

    -Non c'è nulla di male, eh! Ognuno vive a modo su-


    Il volto di Rita diventa paonazzo dall'imbarazzo e si affetta a rispondere, prima che possa finire la frase:

    -Oh no, nononononono, non iniziare. Non intendeva violare in quel modo e lo sai bene. Qua gli unici che violano il buon senso siete voi due.-

    -Ma... in realtà no. Certo, se avessimo avuto più tempo... Sai quel giochino che ti dicevo... Quello là dove...-

    -Bla bla bla, non lo voglio sapere, ok? Pervertita di una Meccanolcina.-

    -Parla chi si è allontanata con una scusa per violarmi il buon Vlad.-
    mi avvicino a lui allungandomi e gli sussurro, indicandogli il retro -Ho della pomata se vuoi.-

    -Non ho violato Vlad! Smettila!-

    -E perché ci ha messo tanto ad uscire dalla camera?-

    -Perché l'ho chiuso a chiave nella stanza, ok? Intendeva violazione della privacy, non violazione del corpo! Ma secondo te, può chiamare buon senso il suo culo?-

    -E perché lo avresti dovuto chiudere a chiave?-

    -Perché se lo meritava, va bene?-

    -Come se lo meritava? Che le hai fatto Vlad? Perché eri nella mia stanza? Anzi... Aspettate un momento: perché eravate là voi due?-

    -Oh Norn, Honos, Sievar e Thanat. Puoi non pensare male per cinque secondi?-

    -A pensarci bene anche ieri sera eravate assieme. Cioè, nulla in contrario eh, anzi, complimenti, ma se me lo dicevate si poteva anche fare una cosa tut-

    -BASTA! NON ABBIAMO FATTO NULLA! NE IERI E NEMMENO PRIMA! Ti prego Vlad, le puoi dire che non c'è stato nulla e levarti dalle palle così ce ne andiamo? Altrimenti non se ne esce più.-

    -Eheheh... guarda come sei rossa... allora ho fatto centro, eh? Non è che ti pia-


    Rita a questo punto si affaccia verso la guardiola, preme il clacson a più riprese per non sentirmi e grida, con la disperazione nella voce e negli occhi:

    -EHI!?!? OHI!?!? MA APRITE QUESTO CANCELLO O VE DOBBIAMO BUTTARE GIU'?!?!?-
     
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    vladimir


    Non si accomoda, pur regalando un tenue sorriso ad Anastasia che smorza per qualche istante la rabbia. Consapevole di ognuno dei suoi difetti, preferisce mantenere le distanze da Rita, che continua a sparare una stronzata dopo l'altra senza degnarsi di una risposta alla sua domanda: non si è "imbambolato" a fissarla, non si ritiene una lumaca, e reputa incredibilmente stupida l'affermazione sulla sua scelta di vita. Ma cos'altro dovrebbe aspettarsi da una bambina in un corpo da adulta, che spia la sua compagna e le vieta di prendere delle scelte in autonomia?

    Assiste al battibecco tra le due spazientendosi sempre di più, facendo una gran fatica a non sbottare per le assurdità che genera la mente di Anastasia e le convinzioni di Rita basate sul nulla cosmico. Un paio di cose sono però ormai certe: non ha la più pallida idea di come facciano a coesistere e a respirare la stessa aria, con quel massivo ammontare di incomprensioni; ed è oltremodo palese che lui sia di troppo, il terzo in comodo, quello che non c'entra un bel niente con nessuna delle due. La consapevolezza di quest'ultima cosa un po' lo spezza, ma non ha alcuna intenzione di darlo a vedere.

    Passa nervosamente una mano tra i capelli, nel disperato tentativo di non sbraitare in faccia ad entrambe.
    «Io non ho fatto nulla, Anastasia. Un bel niente.» tenta di giustificarsi, con ancora la portiera aperta e una difficoltà nel restare fermo, composto. «Cercavo te. Volevo salutarti, ringraziarti per la serata, scusarmi ancora e augurarti un buon viaggio.»
    Decide a questo punto di accendere una sigaretta. A trentacinque anni suonati non avrebbe mai e poi mai immaginato di ritrovarsi invischiato in una situazione del genere, e quasi sente la mancanza delle insignificanti e monotone interazioni che ha abitualmente con Morgana.
    «Non ho scopato con Rita né Rita ha provato a... persuadermi nel farlo. Non c'è stato nulla tra me e lei – non c'è alcuna simpatia tra di noi. Non so nemmeno come tu abbia potuto pensarlo, davvero... dopo aver trascorso la notte con te, in aggiunta.» Aspira, espira, il volto che si contrae prima ancora di esternare ciò che pensa. «Sono un aggregato di errori, di difetti, ma come puoi credermi così infame e disonesto? È tua amica, non mi sarei mai permesso... Non dopo quello che abbiamo vissuto.»

    Jerry si alza in piedi, restando sullo stipite della guardiola. È confuso, profondamente confuso, e continua a sorseggiare il suo succhino all'uva spostando lo sguardo dalle ragazze a lui, da lui alle ragazze, per poi fermarlo in via definitiva su di lui.
    «Io... che devo fare, Vlad?»
    Non senza un certo dispiacere, il Thanat richiude la portiera e fa qualche passo indietro. Una manciata di secondi di silenzio, una volta di fumo che lascia le sue labbra e un ultimo sguardo su Anastasia; batte poi due volte il palmo contro il cofano e indossa la solita maschera di indifferenza con cui l'ha conosciuto diverso tempo prima.
    «Colpa mia, Jerry! Riapri il cancello e falle andare!»
    Un sorriso forzato segue le sue parole, con un guizzo di rammarico appena percepibile nello sguardo. E torna sui suoi passi, in direzione dell'Oasi.



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    → Anche i più stronzi ci restano male, a volte.

     
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    — Oasi Tau, Cancello, 09.05 AM

    Strabuzzo gli occhi, sorpresa:

    -Che ho fatto?-

    -Tu che dici? Pensi che l'abbia presa bene a sentirsi dire che è stato un farfallone?-

    -Ma... Ma io non intendevo quello! Tu sai cosa volevo dire, vero?-

    -Io sì. Lui no.-

    -Allora perc-

    -Che aspetti? Devo chiudere anche te nel furgone per farti decidere di andare a parlare con lui? Vai! Forza! Vola!-


    Apro la portiera e mi lancio sulla sabbia, rischiando di inciampare e cadere rovinosamente a terra.
    Rita nel frattempo mi guarda vittoriosa, si mette al volante e prende le chiavi al volo, quando gliele lancio.
    Sembra che abbia ottenuto ciò che voleva o almeno così mi è parso.

    -Fermati Vlad! Fermati un attimo! Ti devo parlare!-

    Grido a mano tesa, provando a raggiungerlo, mentre incespico sulla sabbia; l'ombra si sfila, sguscia più veloce e prova ad intercettarlo.
    Non me ne frega niente se qualcuno la vede, al momento non mi interessa minimamente.

    -Sono una stupida! Una cretina! Una testa vuota! Ti ho offeso e ti chiedo scusa. E se pensi male di me... me lo merito. Me lo merito tutto!-

    Voglio che si fermi.
    Voglio che mi ascolti o quantomeno senta le mie scuse.
    Voglio toccarlo ancora una volta, prenderlo per una spalla, girarlo, tenergli le mani ancora una volta e morire nei suoi occhi.

    -Davvero. Devi credermi. Credimi se ti dico che mi piaci davvero davvero davvero davvero tanto! E sono contenta di essere stata con te. Mi hai fatto sentire come non sono mai sentita e fra di noi credo ci sia una bellissima alchimia.-

    E se non riesco con il corpo, tanto vale che lo faccia con l'ombra, anche se sono conscia di quanto sia un surrogato e un contatto privo di forma e forza.

    -Non ho mai pensato che sei un infame o un disonesto. Anzi, sei dolce, premuroso, con la testa sulle spalle e sei stato capace di calmarmi quando ne avevo più bisogno. Io... io... io ti... vorresti...-

    Sento il clacson suonare, Torno alla realtà.

    Perché gli stavo per dire ti amo? Non è bastata la gaffe di prima? Che cosa mi passa per la testa?
    Lo so che non dovrei fare così, lo so che non ha senso nemmeno provarci.
    I legami e le aspettative sono difficili da mantenere e fanno male quando si spezzano.

    Serve amore, serve fiducia,
    Serve fedeltà.

    E io non posso dargli nulla, se non l'amore. Ma l'amore non basta per colmare tutto.
    Non è mai bastato a nessuno e, se anche bastasse, basterebbe a me un solo uomo?

    Vorrei dirgli di più, vorrei spiegarmi, spiegargli, trasformare ciò che sento dento di me in parole sensate.
    Ma non c'è più tempo.

    Rita mi aspetta.
    La mia vita mi aspetta.
    La sua vita lo aspetta.

    Con quel filo di voce che l'emozione mi permette gli pigolo:

    -Se questi sono i tuoi errori, allora sei l'aggregato più bello che conosca. Lo so, le porte dovrebbero rimanere chiuse ma la mia... per te... è sempre aperta.-

    Gli sorrido un'ultima volta, con gli occhi lucidi d'emozione e rimpianti e mi volto per andare via.

    Se sono riuscita a bloccarlo o a farlo tentennare, mi rigiro, provo il tutto per tutto e suggello quelle ultime parole con un bacio, prima di scappare via, senza voltarmi lontano dall'oasi e con quel bagaglio di farfalle che stanno lottando nello stomaco.

    E se non si è fermato... ritorno in me, dalla mia amica e un grazie trattenuto sulle labbra.

    Ti anticipo che è il mio ultimo messaggio su questo topic. Forse uno degli ultimi di questa Anastasia. Tu sentiti però libero di concludere. Ti ringrazio per questa lunghissima giostra e per aver sopportato due personaggi così complicati.


    Edited by Gilda - 26/4/2024, 18:45
     
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