Punto di rottura

[Zander, Michael, Liv]

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    Punto di rottura
    ─ allo stato brado, Covetousness, mattina }

    L'uscita su Kaliber che lo aveva rimorchiato provocò un lungo sguardo da parte di Michael che trasmetteva quello che poteva essere solo descritto come un fin troppo divertito "seh seh", che però non fu esplicitato verbalmente, accompagnato soltanto da una risata divertita e uno scuotere della testa. In fondo aveva ammesso di essere stato rimorchiato, no?
    «Beh, qualcuno deve farlo in fondo» replicò al commento sulla sua gentilezza nell'occuparsi di Kaliber. Il Norn gonfiò un bicipite, anche se era chiaro che non lo stesse facendo come intento di vantarsi, ma più per spiegare la sua affermazione. Per quanto non fosse nello stesso modo, lui capiva cosa significasse essere dalla parte di quelli che non venivano esattamente apprezzati. Il Norn era nato cattivo, e per quanto il suo innato carisma gli permettesse di avere una normale vita sociale, dall'altra parte comprendeva anche il non poter mostrare com'era davvero quasi a nessuno. Qualcuno avrebbe detto per buon motivo, ma fatto restava che nella vita di uno scorpione c'erano sempre ben poche rane, quindi capiva cosa voleva dire nascondere la propria natura. Ciò non toglieva che lui era forte - fisicamente e soprattutto mentalmente - e avrebbe combattuto per coloro che erano differenti e non voluti, ma che a differenza sua non erano in grado o non volevano difendersi. E Kaliber era uno di questi, per quanto si trattasse soltanto di un animale.
    «Party hard, insomma» sogghignò poi alla risposta del Thanat, che rivelava fin troppo della sua personalità, e il Norn decise di non commentare più di tanto al riguardo, limitandosi a registrare quell'informazione nella sua fin troppo ferrea memoria. Chissà quanto aveva dovuto insistere Natalie per farlo andare all'Elysium la sera prima? Certe domande non avrebbero mai avuto risposta, ma questo non impediva a Michael di essere fin troppo curioso al riguardo.
    «Fra ieri e oggi, tu e l'infrastruttura proprio una cosa sola» commentò, esibendo un ghigno zannuto fin troppo compromettente quando l'altro guardò il muro. Fra il vicolo e i vari muri incontrati in giro, Zander avrebbe potuto essere un interior designer ormai; mancava solo qualche quadro viola brutto e magari dei soffitti e il la collezione sarebbe stata proprio completa. Andò subito avanti con la conversazione, però, in modo da metterlo in difficoltò ma non troppo, mettendosi a pensare alla domanda che gli aveva fatto. Era buona per essere l'ultima, specialmente per uno come Michael che di rimpianti ne aveva assolutamente zero. Vivere diversamente avrebbe significato non essere quello che era oggi, e per quanto avesse sofferto o avesse fatto soffrire altri nella sua vita, non c'era nulla di cui realmente si pentiva.
    «Allora. Non seriamente, non troppo fa ho scoperto che una volta avevo dato il mio contatto ad un tipo e sta povera creatura è stato tipo un anno lì come un minchione a non scrivermi. Poi scopro che era solo troppo, come dire, ridicolo per scrivermi. Quando io pensavo tipo mi odiasse. Quindi direi che mi piacerebbe averlo capito così gli avrei tipo scritto prima e lo avrei liberato da se stesso.» disse, ripensando a quell'adorabile minchione di James con un sorrisetto mentre pensava a cosa rispondere veramente. Fu solo dopo qualche minuto che gli venne in mente.
    «Seriamente, beh. Una volta ho detto una cosa importante ad una persona a me molto cara. Però al tempo non ero in grado di affrontare bene la situazione quindi gliel'ho detta sussurrandoglielo. Ripensandoci ora, avrei dovuto essere meno pussy e dirlo ad alta voce. Lo meritava» annuì, pienamente convinto di quello che stava dicendo. Già, perchè quando aveva finalmente detto ad Ace che lo amava non era davvero riuscito a dirlo ad alta voce, e per quanto ora le cose fossero ovviamente differenti, se doveva davvero pensarci forse quella era l'unica cosa nella sua intera vita che avrebbe fatto diversamente. Fortunatamente, per certi versi era ancora in tempo.
    «In effetti non ci avevo mai pensato prima. Ma quando lo vedo dovrò proprio dirglielo» rise, rivolgendo un pollice in su a Zander come se lo stesse ringraziando per avergli fatto venire quel pensiero.
    «E non preoccuparti. A te questa domanda non la faccio. Ormai ho capito come sei, più o meno» concluse il Norn con un ulteriore wink, complice e consapevole. Perchè sì, ormai aveva capito davvero com'era Zander, per quanto non lo conoscesse veramente. Quindi lo liberò da sè stesso, prendendosi un altro sorso di caffè con l'aria più soddisfatta e in pace del mondo, contento della rivelazione.


    That Melody ♪ ♫

    ∆ Frrrrrrr.
    ∆ Domanda così good che ha fatto avere delle rivelazioni a M in tempo reale.

     
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    zander


    Il piccolo e quasi innocente commento sulle infrastrutture costringe Zander a digrignare i denti, producendo un sottilissimo ringhio: è da tutta una vita che lotta contro questa sua orribile abitudine di guardare altrove, incapace di concentrarsi sui redeemed o impossibilitato a farlo per una limitatissima serie di motivi. La maggioranza delle persone che incontra sono a sua opinione tutt'altro che interessanti, facendo saettare i suoi occhi su qualunque cosa si muova per, probabilmente, semplice noia; le poche restanti, al contrario, sono così interessanti che solo a guardarle rischia di distrarsi – e Michael rientra senza alcuna ombra di dubbio in quest'ultima. Non ha il tempo materiale di analizzare fino alla nausea se stesso per comprenderne il vero motivo, ma è sicuro sia quantomeno infastidito dai wink, i flex e tutta una serie di azioni relegate al non verbale.

    Dovendo proseguire la conversazione in qualche modo, l'unica cosa che fuoriesce dalle sue labbra è un maldestro tentativo di riguadagnare qualche posizione: «Cos'è, ti dispiace se non ti guardo?»
    Per quanto sia una domanda che non merita davvero una risposta – e con la quale è certo che Michael potrebbe dare il meglio di sé – Zander si piazza lì, con un forzatissimo sorrisino sulle labbra a puntargli gli occhi addosso. Coraggioso... o forse solo incosciente, non saprebbe dire quale delle due opzioni è la più giusta. [...]

    Se la risposta non-seria gli genera una sorta di compassione per il poveraccio che Michael ha appena definito "ridicolo", l'altra al contrario lo rattrista visibilmente, nel tempo di qualche misero istante. Zander non conosce personalmente quel genere di rimorso ma non lo reputa così dissimile – almeno nel risultato – dal rimpianto che continua a divorarlo da oltre cinque anni. C'è tutta una serie di cose che, se non fosse stato una pussy, avrebbe detto ad alta voce: avrebbe mandato a quel paese i suoi genitori, avrebbe detto ad Einar tutto quello che lo faceva star male e l'avrebbe portato con sé a Covetousness, invece di scappare come un ladro nel cuore della notte. Sì, se potesse cambiare un solo momento, Zander cambierebbe proprio la decisione presa quella notte – e, magari, chiederebbe l'aiuto che si è ostinato a rifiutare perché non si sentiva abbastanza.

    Sapere che Michael non ha intenzione di ricambiare la domanda un po' stronza lo tranquillizza a sufficienza, ma accendere l'ennesima sigaretta è il meccanicismo che poi lo aiuta a mettersi in piedi e a dare una parvenza di compostezza.
    «Contento che questo gioco ti sia stato utile, soprattutto per la presa di consapevolezza.» replica mentre tasta i vestiti in cerca della carta pravuil. «Sono certo che questa persona apprezzerà molto il tuo gesto.»
    In realtà non può esserne certo, però lo spera. Per quanto sia tendenzialmente catastrofista, a questo punto della sua esistenza vuole credere che delle buone azioni possano rimediare a certi errori o mancanze... altrimenti perché partire?
    «Saldo il conto e andiamo da Natalie, se sei pronto. Abbiamo un po' di strada da fare.»





    natalie


    «Mi dispiace, fra'. Sei carino davvero però finché non ti levi il cazzo non puoi provarci con me. Però puoi provarci con il mio amico. È disponibile.»
    «Ho una ragazza.»
    «E questo Michael è la scusa migliore per lasciarla.»


    Quando Natalie aveva detto quelle parole nemmeno venti ore prima, mai si sarebbe immaginata di trovare Zander con un borsone ai piedi e il padrone del gatto simpatico a seguirlo. In piedi di fronte al divano, dov'è seduto Zander e forse anche Michael, lo studia in silenzio con le braccia incrociate sul petto: è maledettamente felice di sapere il suo migliore amico di nuovo disponibile sulla piazza, un po' meno di aver saputo le sue intenzioni, ma piuttosto confusa dalle dinamiche. È tutto così inaspettato che non sa bene come reagire.
    «Okay, Zuzu, ho capito. Ma mi spieghi come ci siamo finiti da un "Scopati qualcuno così finalmente lasci Liv" a "Parto con questo qualcuno e poi vado a mettere un punto a roba vecchie di sei anni"?»
    «Non... non possiamo riparlarne quando siamo soli?»
    Natalie sbuffa. Dall'alto del suo metro e sessantacinque, punta lo sguardo giudicante su Michael e poi di nuovo su Zander: non è di certo indispettita nei confronti del gattaro, quanto dalla stupidità che alberga l'agglomerato di parole non dette e scelte sbagliate che ha accudito fino a questo momento. Deve sempre pensarci lei.
    «Non gliel'hai detto.»
    «Cosa?»
    «Del Sievar.»
    «Che c'entra?»
    «Almeno ti fai prendere per il culo da qualcuno mentre io non ci sono.»

    Per quel poco che l'aveva conosciuto, Michael sembra più che adatto a ricoprire quel ruolo a cui Zander è tanto abituato... e pure se non lo fosse, a Natalie di certo non frega un bel niente: il Thanat ha ventinove anni ed è ora che si becchi un meritatissimo vaffanculo da quel ragazzo. Com'è che l'aveva chiamato, una volta? Bliss?
    «Comunque okay, se pensi che sia una buona idea... che i Custodi ti accompagnino, Zuzu. Sono certa che tornerai a piangere da me, prima o poi.»
    «C-certo che tornerò da te, ma non–»
    «Shhhhhh.» lo zittisce con anche un gesto della mano, dopodiché si volta in direzione di Michael «Prima di tutto: grazie per averlo convinto – non so come e non sono sicura di volerlo sapere – a lasciare quella ragazza. Davvero. Ti devo un favore gigante. Seconda cosa: tu sei sicuro che te lo vuoi portare dietro? Sai in che guaio ti stai cacciando? Terza cosa: sei pronto per del gay drama che non sa ancora di essere gay drama
    A quest'ultima domanda, Zander scuote il capo e torna a guardare il suo amatissimo muro; Natalie, al contrario, sorride divertita al nuovo (forse) partner in crime del suo migliore amico.




    annotazioni

    → Per amore della sanità mentale mia e di chiunque altro avrei dovuto ignorare la parte delle infrastrutture but I just can't help myself.
    → Ogni volta a controllare su Internet qual è il "rimpianto" e quale il "rimorso", comunque. :angry_face:
    → Fai conto come se Natalie avesse aperto senza fare troppe domande, che li abbia invitati a entrare e Zuzu abbia vuotato quasi nell'immediato il sacco dicendo "Ho deciso che [yara yara] e prima sono stato da Liv". Natalie sicuro ha provato a offrirti qualche alcolico.

     
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    Punto di rottura
    ─ casa di Natalie, Covetousness, mattina }

    Uscirono da quel bar che aveva l'attenzione ben altrove, per cui Michael non disse molto per la durata del tragitto, ben più occupato a suonare Kaliber mentre fischiettava do you believe in magic che non a perdersi nell'obbligo sociale di iniziare una conversazione poco rilevante. Non vedeva l'ora di essere a Martinaise, che l'ultima volta che ci era stato non aveva avuto gran modo di salutare i suoi amici; gli era dispiaciuto, ovviamente, ma aveva preferito prioritizzare il tempo con Angela, dato che fra la situazione ad Indulgence e tutto il resto era passato tanto. Si chiese avrebbe potuto vederla quando fossero andati a Desire, ma sapeva anche che la risposta era probabilmente no; anche lei era un'altra che era sempre in giro, del resto, e senza preavviso era difficile beccarla. Meglio così, per certi versi: mischiare i suoi affari non era mai stata una cosa troppo intelligente.
    Non ci volle molto prima di arrivare da Natalie, e fu l'alcolico che gli fu offerto a risollevargli un secondo l'attenzione, appena in tempo per l'inizio di un'altra ondata di blateraggio inutile che gli frisse ogni neurone che era stato risparmiato da Liv.
    Attaccato all'alcolico come un naufrago ad un salvagente, Michael non avrebbe potuto essere meno interessato di così all'interazione, osservandola dall'esterno come uno zoologo avrebbe osservato degli animali. Non era difficile capire che in quelle circostante il Norn era un po' come un teenager ad una messa, che presenziava perchè qualcun altro glielo aveva chiesto ma non aveva davvero voglia di essere lì, attendendo con una calma davvero a malapena mantenuta che cambiassero le circostanze. Non era certo di cosa, in lui, facesse sì che o trovasse le conversazioni la cosa più interessante del mondo o un qualcosa a cui avrebbe preferito la tortura, fatto stava che quella era del secondo tipo; il discorso era troppo lungo e insensato, e concerneva problemi così ridicolmente insulsi da rasentare il patetico. Da quello che aveva capito l'intera situazione girava intorno ad un Sievar, ma per quanto la cosa fosse posta con un certo mistero, Michael era ben più occupato a grattare la pancia a Kaliber che faceva le fusa soddisfatto.
    Se non altro, vedere scene del genere aveva un lato positivo: era grato che quella non fosse la sua esistenza. La sua natura gli aveva portato infiniti problemi nel corso della sua vita, ma ne avrebbe preferiti altri infiniti piuttosto che passare un singolo giorno a preoccuparsi di minchiate tipo cosa pensava questo o quell'altro di lui, e riparare a quella o quell'altra stronzata, e scusa per questo, e non volevo quell'altro, e oh no se la sarà presa, e bla, bla, bla. Le persone che aveva intorno potevano stargli dietro o essere lasciate indietro, senza due pensieri; chi era fastidioso veniva accantonato, e chi era piacevole poteva stargli accanto. Non aveva mai chiesto scusa una singola volta a meno che non fosse per convenienza, e mai in vita sua si era sentito in colpa. Tutto quel piagnucolare gli era patetico, anche perchè era certo che alla fine tutta quella situazione in cui Zander si trovava fosse una stupidaggine. Si capiva da come uno parlava dei problemi, dato che ne esistevano solo di due tipi: quelli risolvibili, di cui quindi non serviva parlare, e quelli non risolvibili, di cui quindi era inutile parlare. Ed era grato che, alla fine, le persone che lo circondavano comprendessero questo fatto fondamentale, evitando di ammorbargli la vita con infinite conversazioni di fuffa sul nulla cosmico, dopo cui alla fine non cambiava nulla se non la capacità di potersi illudere di aver fatto qualcosa, perchè in fondo i feefies stavano meglio, noooooo?
    Patetico.
    Fortunatamente, stando in silenzio e per gli affari suoi non venne interpellato se non quando era ""davvero necessario"", e Natalie gli pose tre questioni a cui doveva rispondere. La prima era semplice.
    «Oh, non c'è di che. Sono consapevole dell'effetto che ho sugli uomini» rispose, con un sorriso aperto e un segno della pace con la mano. Una battuta che chi lo conosceva bene aveva sentito centinaia di volte, una risposta che andava bene a tutto, dal "ma lo sai che mi stai proprio simpatico?" al "ma lo sai che mi stai proprio simpatico?" al "ho una denuncia a tuo nome" passando per "adesso ti ammazzo" e finendo con "non posso credere che ti sei scopato mio padre, la mia ragazza e mio fratello". Ok, forse per l'ultima andava bene anche ho sempre desiderato farmi una famiglia, ma insomma, quello era il concetto. Anche la seconda questione era easy.
    «Tranquilla. So gestire i casi psichiatrici anche troppo bene» esplicitò con un ghigno zannuto, in una risposta forse fin troppo onesta che però era perfettamente vera. Nessuno meglio di uno come Michael sapeva gestire uno come Zander, una delle immutabili regole da sempre scritte nel Fato e che mai sarebbero cambiate. Certe cose erano così e basta, non c'era molto da girarci intorno o di cui disperarsi; un po' di calma, tanto caffè nel thermos e tanta acqua nello spruzzino facevano miracoli. Forse doveva usarlo come slogan per un servizio a pagamento? Poi, la terza questione. Quella più difficile.
    «Sono nato pronto, Nat ~» disse serafico, anche se la realtà era che non gliene importava niente; se era invischiato in quella situazione era per noia, non per qualche fantomatico buon sentimento che lo spingesse ad interessarsi dei problemi di Zander. Gli stava simpatico? Non lo aveva ancora deciso, le argomentazioni erano contrastanti. Questo non significava che non sapesse più che perfettamente che quando uno come lui era così drammatico riguardo ad un problema, era proprio quando si trattava di scemenze ingigantite da infinite ansie nella sua mente che alla fine o non avevano ragione, o non andavano da nessuna parte, o erano interamente sua responsabilità; il tutto chiaramente ingigantito dalla fondamentale incomprensione sul fatto che certe cose andavano semplicemente fatte e basta senza perdersi troppo in mille rant e pensieri inutili. Per cui sì, era pronto come nessun altro avrebbe mai potuto esserlo, forte di un disinteresse radicale nei confronti delle normali dinamiche umane, che quindi lo avrebbero lasciato illeso dove un neurotipico qualcun altro si sarebbe lasciato danneggiare.
    «Ci penso io a RedEye. Massimo ne esce un po' più traumatizzato, ma sopravvivrà Te lo prometto. Con il mignolino pure. Sono il best terapeuta.» cominciò, pienamente soddisfatto «Però in cambio...» continuò, con un momento di silenzio drammatico. Pausa ad effetto. Sospiro edgelord.
    «...quando ripasso da ste parti voglio la parmigiana.» concluse, con uno sguardo che soltanto un predatore che puntava la preda più ambita poteva avere. Sì, era uno facile da corrompere alla fine, come diceva la sua maglietta.


    That Melody ♪ ♫

    ∆ Non si sa se M sa della parmigiana perchè gliel'ha detto Zander o se è un istinto di Norn. Ma still.
    ∆ In realtà se M è sopravvissuto al rant di 50 minuti di Ezeem è solo per tutta questa preparazione.
    ∆ Se scrivo patetico un'altra volta mi folgora la professoressa di italiano delle superiori. Ma che ci posso fare. :^)

     
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    zander


    Zander resta con il fiato sospeso, i nervi a fior di pelle per qualunque cosa possa uscire dalle labbra di Natalie, e forse anche dalle labbra di Michael. Reputa entrambi delle possibili mine ancora inesplose, che potrebbero detonare alla minima parola fuori posto, allo sguardo più insignificante e malcompreso. Per sua immensa sorpresa, non accade nulla di tutto ciò: Natalie fa Natalie e Michael resta quantomeno composto – anche se non può fare a meno di irritarsi per la prima risposta.
    «Non mi fai alcun effetto.»
    «Stai zitto.»
    «Non posso nemmeno difendermi da delle accuse?!»
    «E PIANTALA UN PO'!»
    Ringhia incrociando le braccia al petto, ma è talmente abituato a simili dinamiche da sapere che discutere con Natalie è come lottare contro i mulini a vento: quella donna è testarda, cocciuta e poco scolarizzata; non può aspettarsi di vincere uno scontro facendola ragionare. Michael, poi, non gli avrebbe di certo dato man forte – non ne ha motivo alcuno – e l'unica opzione che gli resta è proprio quella di piantarla, restando in silenzio a fumare.

    Finge disinteresse mentre ascolta le altre risposte, accennando di nuovo un suono di stizza all'ultima: non solo continua a chiamarlo "Red Eye", ma si permette anche di elogiarsi sarcasticamente, o forse no, e fare il simpatico con il cazzo di mignolino. Michael è oltremodo insopportabile, eppure Zander non interviene per dirglielo; ancora una volta preferisce il silenzio e uno sguardo fin troppo eloquente, perché deve pur imparare a conviverci se vuole iniziare la road trip.
    Punta lo sguardo su Natalie e la trova con un mezzo sorrisino sul volto, uno di quelli che nascondono qualcosa che sicuramente non è disposta a condividere con nessuno dei presenti. Ora che ci pensa, è proprio bravo a circondarsi di persone insopportabili.
    «Non la trovi una più brava di me a farti la parmigiana in tutta Covet.» Allunga un braccio in direzione di Michael, ma chiude il pugno e lascia disteso solo il mignolo. «Fallo sopravvivere e te ne faccio quante cazzo ne vuoi, per te e tutta la tua famiglia, e per ogni Natale che lo tieni lontano da me.»

    Zander davvero non può credere a ciò che sta vivendo. Sembra un impegno di affido fatto male, oltremodo ridicolo e privo di qualunque logica, sia per la richiesta di Michael, sia per come diamine stanno stipulando il patto. Di interferire, però, non gli sembra davvero il caso: preserva quel briciolo di sanità mentale per tirarsene fuori alzando le braccia al cielo, sbuffando, imprecando sottovoce, facendo l'ultimo tiro come se potesse salvarlo dall'assurdità della situazione.
    Natalie ridacchia, invitandolo ad alzarsi con un gesto della mano, e Zander esegue guardandola malissimo.
    «Facciamo che le spiegazioni me le dai quando torni, che ora non mi servono a un cazzo perché non lo sai manco tu.» Lo stringe in un abbraccio, troppo forte per essere davvero eseguito da un esserino di appena un metro e sessanta, dopodiché lo guarda negli occhi. «Fuma poco, scopa tanto e impara a campare.»
    «Nata–»
    «E tu» dice spostandosi verso Michael. Non lo abbraccia, non prova nemmeno a sfiorarlo, ritenendo più che sufficiente l'eventuale mignolino che possono essersi scambiati. Però gli sorride, e a quelle come Natalie non capita poi così spesso. «Fai buon viaggio. Qualche volta passo dal tuo ragazzo-amico-non lo so per un giro. Se non dovessi avere informazioni da RedEye, spero di poterle avere da loro – e scopa tanto anche tu, mi raccomando.»

    Natalie conclude il tutto con un occhiolino e Zander, a questo punto, sa bene che davvero meglio levare le tende. Non aspetta che la sua migliore amica lo scorti all'uscita, afferrando il suo borsone e raggiungendo in autonomia la porta: con metà cuore spezzato per la decisione presa la sera prima, dà un ultimo sguardo all'appartamento e a lei – non è un addio, eppure fa un male cane.
    «Ciao, stronza.»
    «Ciao, ricchione.»




    annotazioni

    → Te l'ho detto che avevo contato di chiudere in due post.
    → Possiamo chiudere qua e aprirne un'altra, continuare e andare da Ace... Boh, vedi tu. Io ho finito i png da cui andare e non so dov'è la macchina. :crazy_face:

     
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