[+18] Wonderdoor

[Michael x La porta riservato]

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  1. Sad Reality.
     
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    Lost in nightmares.

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    james


    Avrebbe forse dovuto rispondere verbalmente al “Cute”, ma il suo primo istinto non fu di certo interrompere ciò che aveva appena iniziato. Roteò gli occhi e scosse appena il capo, esternando il suo disappunto per quell’aggettivo che tanto detestava quando associato a se stesso – meno che mai quando cercava di risultare tutt’altro.
    Le “cose carine” facevano sempre una brutta fine: passavano il tempo ad inseguire red flag mostruose e a farsi prendere per il culo in ogni modo possibile prima di trovare, dopo tante sofferenze, il loro principe azzurro; come se non bastasse non aveva mai letto da nessuna parte di principesse messe a novanta, e questo generava un immenso dispiacere in quel cutie di un Athéleian.

    Non smise dunque di stuzzicare le dita di Michael con la lingua e le labbra, ma anzi intensificò le sue azioni con una certa sfida nello sguardo: i suoi occhi non potevano brillare come quelli del Norn, ma erano così trasparenti da non nascondere più alcunchè. La paura era mescolata al piacere di quel contatto, accompagnato dagli artigli che generavano intensi brividi lungo la sua schiena; e il desiderio, anche se per pochi istanti, lasciava il posto a un'esigenza che gli era troppo estranea per essere compresa fino in fondo. Nel complesso era però sicuro a sua volta, quantomeno di essere nel posto giusto con l'unica persona che avrebbe voluto interagisse con lui in tal modo; una sicurezza che scemò man mano che Michael prendeva ancora una volta iniziativa, slacciandogli dapprima il gilet ed invitandolo poi a seguirlo in direzione del letto.

    Fu proprio lì che un barlume di terrore costrinse James a tentennare, a posare un passo dopo l'altro con la stessa instabilità di un bambino che stava imparando a camminare, ma non di certo con lo stesso entusiasmo. Si lasciò posizionare da Michael senza battere ciglio, con il cuore che ancora una volta gli scoppiava nel petto e tutta l'ansia che poteva generare il suo corpo, combattuto tra ciò che la mente riteneva più saggio e ciò che anelava dal profondo della sua anima.
    Non riuscì ad accompagnare le attenzioni di Michael con una tenera mano tra i suoi capelli o sulle sue spalle, perché le braccia continuavano a scivolare sui fianchi e a bloccarsi successivamente a mezz'aria: il contatto della lingua del Norn sulla sua pelle lo mandava in estasi, al tal punto da non sapere davvero cosa fare oltre a contenere, molto maldestramente, la sua agitazione.

    James non ebbe nemmeno il tempo di comprendere che stava realmente accadendo quando vide i suoi boxer scivolare lungo le gambe. Con il fiato sospeso per l'imbarazzo, la sua destra fece per avvicinarsi al volto di Michael nell'istintiva intenzione di allontanarlo, ma fu troppo lento: nell'esatto momento in cui percepì la lingua del Norn sulla sua erezione, l'Athéleian bloccò la mano lì dove era arrivata, in prossimità del lobo sinistro dell'altro.
    In quel momento si sentì mancare.
    Qualche istante dopo morire.
    Poi non sentì nient'altro che il calore della bocca di Michael avvolgerlo, e tutta l'ansia scivolò via senza che lui potesse rendersene conto: così come Michael lo tirava a sé, James faceva lo stesso con entrambe le mani ben salde dietro la nuca. Tratteneva a stento gemiti di piacere, assuefatto da ogni più piccolo movimento dell'altro; stringeva quei capelli come fosse l'unico modo per illudersi che poteva ancora avere un minimo di controllo; e ricambiava i suoi sguardi con un'espressione che lo supplicava di non smettere, di non farlo mai, perché aveva atteso tanto e la realtà aveva superato di gran lunga le aspettative. Ma James aveva desiderato questa interazione in un modo così viscerale da rischiare di sanguinare per la forza con cui stringeva un labbro tra i denti, incapace di contenere l'eccitazione che gli incendiava il volto gli svuotava la mente.

    Per nessuna ragione al mondo avrebbe voluto interrompere quel contatto e, allo stesso tempo, per nessuna ragione al mondo avrebbe voluto che il Norn avesse un'opinione “sbagliata” di lui. Agì con un groppo in gola, rinchiudendo l'orgoglio in un minuscolo angolo dell'anima, con cui avrebbe fatto i conti molto più tardi per il rimorso di aver parlato.
    «Michael, a-aspetta...» disse mentre ancora ansimava. Gli occhi si spostavano da un punto all'altro della stanza nella speranza vi fosse qualcosa in grado di distrarlo, ma niente era più magnetico del Norn che si stava divertendo proprio con lui. «Sto per... fermati...»



    annotazioni

    → Mi piaceva la reference al bambino che scartava il regalo di Natale.
    → Ha detto cinque parole che esistono nel vocabolario (mi sembra un passo importante) e... Puoi scegliere tu cosa succedere mentre io continuo a nascondermi in un angolo.
    → Comunque sia io che James ci metteremo mesi a riprenderci dal tuo precedente post.



    Edited by Sad Reality. - 22/4/2024, 04:38
     
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