A thousand suns

[Michael]

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    every day for us something new
    open mind for a different view
    and nothing else matters

    A thousand suns
    ─ oasi nel deserto, sera }

    La partita si stava ormai avvicinando alla fine, e il Norn non avrebbe potuto essere più annoiato di così. Le iridi luminose scrutavano il viso dell'avversario, aspettando la comparsa della inconfondibile e inevitabile realizzazione. Aveva perso.
    La fortuna non era stata dalla sua parte - ok, forse Michael l'aveva aiutata un po' a sorridergli, barando spudoratamente - e pareva averlo capito, dato che esitava a rivelare la sua mano. Il Norn lo spronò con uno sguardo, scoprendo le proprie carte assieme all'altro.
    Fu solo a quel punto che comparve davvero quello sguardo, mentre Michael faceva già man bassa dei troni premio accumulati sul tavolo da gioco. Fin troppi, ma non che ne avesse bisogno; probabilmente li avrebbe buttati in giri di alcol gratis ai lavoratori lì, dato che la sua soddisfazione stava ben più nel vincere che non nel guadagnarci qualcosa.
    «Oh Honos...» disse con un fil di voce l'avversario, ora che aveva compreso appieno di aver davvero perso.
    «Sempre sia lordato»
    La risposta, però, non arrivò da nessuno dei presenti al tavolo. Il Norn si voltò, seguendo istintivamente il richiamo della voce che aveva pronunciato quella frase così... peculiare? Divertente? Seducente?
    E la vide.
    «Oh»
    La ragazza era piegata sul bancone, con in mano un alcolico-poverata-di-prima-categoria che Michael non seppe nemmeno distinguere, ma in fondo non gliene importava poi troppo. L'aria che aveva era proprio quella di qualcuno che aveva già concluso con la vita da un minimo di dieci anni, misto ad un certo sentore di disastro che chiunque con un senso del pericolo avrebbe potuto percepire persino a quella distanza. Michael non avrebbe saputo dire se fossero i peculiari capelli color zaffiro, la posa poco raccomandabile, le cicatrici sospette, l'atteggiamento done with life, l'eccessivo ammontare di armi, l'eccessivamente piccola quantità di vestiti addosso, i movimenti felini o la frase con cui se n'era uscita poco prima... ma fatto stava che non poteva non parlarle.
    Si alzò dal tavolo, intascando i suoi troni e avvicinandosi alla donna che fino alla fine dei suoi giorni sarebbe stata la sua sirena. Non ebbe il lusso di pensare a come approcciarla, più rapito di quanto al momento riuscisse a comprendere davvero.
    «Hey, babygirl.» esordì, con un sogghigno che aveva del clinico «Lo sai che una volta ho esploso tre craniodonti con una sola bomba?» continuò poi, con un occhiolino. L'approccio sarebbe suonato ridicolo a chiunque. Lei però si voltò, e il suo sguardo rubino pareva interessato alla storia ad un livello che qualunque buon professionista avrebbe definito psichiatrico.
    E Michael capì di essere innamorato.
    ---
    ─ officina, villa di Michael, Desire, tardo pomeriggio }

    «Hey, peste»
    La voce di Gabriel rimbombò fra le pareti di metallo, e per qualche secondo non ci fu risposta.
    «Hey, papà» disse infine Michael, comparendo da una stanzetta laterale con in braccio fin troppi componenti meccanici. Gabriel sorrise, rimanendo ad osservare il figlio che sapeva preferisse fare il lavoro da solo.
    «Sono passato un attimo a salutarti visto che mi avevi detto che eri da queste parti.» annuì «Poi, ovviamente tua madre ha insistito perchè ti portassi questo» rise poi, sciogliendo dal polso un pezzo di tessuto diverso dal resto del suo vestiario. Michael lo osservò per una frazione di secondo.
    «Una bandana?» chiese, interrogativo.
    «Sì. Credo siano... boh, squame di iguenda? Gliel'hanno fatta personalizzata ma lei non usa più queste cose. Quindi l'ha fatta modificare per te. Sai com'è...» cominciò il Norn più vecchio «Michael rischia sempre un sacco. Deve proteggersi di più. E se gli capita qualcosa? Hai presente.» concluse, alzando le spalle. Michael caricò le parti meccaniche sul suo veicolo, liberandosi abbastanza da prendere il capo di vestiario per esaminarlo.
    «Sì, ho presente. Ah, a proposito di rischio...» prese a spiegare il Norn più giovane «D'ora in poi passerà da questa parti una Thanat dai capelli blu. Si chiama Angela. È tipo la mia ragazza, o qualcosa del genere. Quindi se la vedi non ti preoccupare» disse, prendendo dalla tasca una fotografia che ritraeva sè stesso, Vyrena e Angela sulle rovine fumanti e comicamente sospette di qualche edificio. Gabe ridacchiò, comprendendo pienamente: era una storia per un altro momento, che gli avrebbe raccontato davanti ad una birra a lavoro finito.
    «Va bene. Può sapere tutto, no?» chiese, sollevando un sopracciglio. Michael annuì distrattamente.
    «Anche...?» richiese, indicando il più recente tatuaggio di uno scorpione che portava sull'avambraccio fra molti altri. Puntò gli occhi azzurri dritti in quelli del figlio, ma Michael ricambiò lo sguardo e non era mai stato più convinto.
    «Sì. Tutto tutto
    ---
    ─ motel randomico, confini del deserto, notte fonda }

    Si svegliò con l'inconfondibile impressione che stesse per succedere qualcosa, e bastò poco per confermarsi che era proprio uno di quegli istinti da Norn. O forse era paranoico? Era impossibile saperlo fattualmente fino a che non accadeva, ma di soito Michael non sbagliava mai. Sentì la paranoia montargli in corpo, ma gli bastò posare lo sguardo sulla figura addormentata accanto a sè per tranquillizzarsi. Avvicinò una mano al volto di Angela, così leggero da essere impercettibile per non svegliarla, e gli bastò posare le dita sulla sua guancia perchè la sensazione terribile se ne andasse, almeno per il momento. Un sorriso comparve istintivamente sul suo volto, mentre osservava la ragazza; non potè però guardarla a lungo, obbligato a spostare lo sguardo prima che quei sentimenti che non riusciva ancora a spiegare completamente prendessero totalmente possesso di lui. Non era mai stato il tipo da queste cose, o almeno così pensava; la situazione con Ace era stata unica nella sua vita, eppure ora...?
    Non potè non riportare le iridi su di lei, contemplandone ogni singolo tratto, come se fosse tutto ciò che gli mancava da una vita intera e non desiderasse altro. In quel momento era vero; non avrebbe desiderato essere altrove che lì con lei, e ogni istante in cui la guardava lo uccideva più nel profondo, nella piena consapevolezza di come riusciva a segnarlo fin nell'anima. Dormiva e non era mai stata così innocua, eppure le bastava esistere per bruciarlo, migliaia di soli in un corpo di donna che non sarebbe mai riuscito davvero a contenerli completamente. Ma era un piacere bruciare, e ne valeva la pena per poter cogliere anche un solo sguardo di quel meraviglioso infinito che avrebbe potuto osservare per sempre. Lei era un'opera d'arte, le luci al neon, lo zucchero e il limone, l'ambra, l'aurora, la luce fresca del mattino e le tenebre accoglienti della sera, il tramonto, le stelle, il mondo intero. E lui la amava con tutto sè stesso; se ne rendeva conto, e non lo spaventava. Era un suo simile, un rifugio, una bestia che come lui girava ai confini della coscienza e nascondeva il caos sotto una prigione di pelle che ogni tanto era più trasparente del normale.
    Sarebbe rimasto lì con lei per sempre, ma purtroppo al di fuori di loro esisteva ancora il tempo e un intero mondo ingrato che pretendeva la sua attenzione. La luce di uno schermo acceso attrasse l'attenzione del Norn, che si alzò dal letto con la massima cura per non svegliarla, senza nemmeno perdere tempo a vestirsi. Un singolo messaggio.

    [fleurdumal] Michael?

    Trattenne a stento una bestemmia. Sapeva già come sarebbe andata a finire.

    [Minchiael™] Scusa se ti rispondo solo ora
    [Minchiael™] Dimmi
    [fleurdumal] Dw
    [fleurdumal] C'è stata una situazione ad Indulgence
    [fleurdumal] Vai lì appena puoi per favore
    [Minchiael™] ...

    Una rabbia senza precedenti prese immediatamente posto di tutti i sentimenti positivi che fino a poco prima avevano fatto di lui il loro parco giochi. Strinse il pugno fino a piantare gli artigli nella carne, e solo quando vide sangue riuscì finalmente a tranquillizzarsi giusto il poco necessario per non distruggere la tastiera con un singolo moto rabbioso.

    [Minchiael™] Non ci posso credere
    [fleurdumal] Scusa
    [fleurdumal] Lo so
    [fleurdumal] Ti prego, non te la prendere
    [Minchiael™] UNA
    [Minchiael™] SERA
    [Minchiael™] SONO QUA
    [fleurdumal] Lo sai che non te lo chiederei se non fosse importante
    [Minchiael™] DA UNA SERA
    [Minchiael™] NON CI VEDIAMO DA MESI
    [fleurdumal] Scusa
    [fleurdumal] Mi dispiace

    In realtà lo sapeva anche: non era colpa sua. Ciò che diceva era assolutamente vero, e una parte di Michael ne era completamente consapevole. Questo, però, non pareva essere sufficiente a calmare il Norn, il cui respiro era ancora accelerato e il cui battito cardiaco era improvvisamente impazzito. Afferrò ciò che restava della bottiglia di whisky, piena solo per un quarto, che aveva condiviso con Angela la sera precedente. La scolò completamente, ma nemmeno l'alcol fece effetto.

    [Minchiael™] Non me ne faccio proprio un cazzo del tuo dispiacere
    [Minchiael™] Ma ok
    [Minchiael™] Fra un'ora parto
    [fleurdumal] Grazie, prometto che mi faccio perdonare
    [Minchiael™] HO DETTO OK
    [Minchiael™] Silenzio
    [Minchiael™] Non partire con ste stronzate
    [Minchiael™] Mi fai incazzare solo di più

    L'altro smise di scrivere, perfettamente consapevole del fatto che quando Michael era in quel mood non avrebbe guardato in faccia nessuno. In realtò il silenzio lo faceva imbestialire soltanto di più, perchè onestamente aveva voglia di litigare. Di vendicarsi. Però Ace era bravo a ricordarsi cosa gli aveva detto Michael quando non era in quel mood, e non gli diede ulteriore materiale per continuare, costringendo il Norn a controllarsi. Si piantò le unghie nella guancia, affondandole fino a che non iniziò a sentire una parvenza di dolore. Ma nemmeno quello serviva. La rabbia si calmò però quando gli venne in mente un singolo pensiero.
    Shh. O si sveglia Angie.
    Riprese in mano le proprie emozioni, spegnendo l'eterno incendio dell'ira che lo stava consumando, e costringendosi a calmarsi. Poi un sospiro. E infine la rassegnazione. Ace diceva la verità. Doveva essere per forza qualcosa di importante, forse di vita o di morte. Aveva delle responsabilità. Abbassò lo sguardo, ormai triste, spento della luce che normalmente lo animava. Osservò la forma del lenzuolo che ricadeva scompostamente, nascondendo i lineamenti della donna che amava. Gli toccava partire, ma poteva prendersi un'oretta per lasciarle qualcosa. Dopo aver scacciato il sentimento di vuoto che gli lacerava l'anima, strappò una pagina del suo taccuino.

    OUT 4 BLOOD
    C'è stata una situa e devo andare, dw.
    I pancake sono sul tavolo, il caffè sul fornello e la notte è pagata.
    Stay safe e non startare danni che non me li voglio perdere.
    BE RIGHT BACKKKK in boh, na settimana?
    Love, M


    so close, no matter how far
    it couldn't be much more from the heart
    forever, trusting who we are
    and nothing else matters


    That Melody ♪ ♫

    ∆ Backstory di un certo post-it. Alla fine è un post di simping. :hidden:
    ∆ Le parti non sono necessariamente in ordine cronologico. Mi secca datarle, ma più o meno si capisce il concetto :°D
    ∆ Aaaah, gli anger issues di M. Quanto tempo. <3

     
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